Con Andrea in cammino sulle strade della vita
Proponiamo l'articolo pubblicato sulla rivista "In cammino" della Comunità pastorale SS. Trinità di Gavirate, Voltorre, Oltrona e Comerio in occasione dell'Avvento.Scivoli, altalene, ponti, scale e giostrine. Un luogo dove giocare. Insieme.
Dove sorridere, ridere, rincorrersi, sentirsi chiamati per nome. Soprattutto un luogo dove dare appuntamento agli amici, affacciarsi all’orizzonte della vita, scoprire la gioia della comunità, dove crescere - nell’esistenza e nella fede – sotto lo sguardo appassionato di testimoni accoglienti e autorevoli di un bene presente e possibile per tutti. Educatori, compagni di viaggio.
Accade. In oratorio.
Accade fin da bambini, quando innocenza ed entusiasmo aprono all’incontro, vero, che segna e cambia la vita.
Accade nel gioco, che introduce con semplicità alla scoperta delle grandi certezze della Chiesa.
Ecco perché prendersi cura di quel luogo. Ecco perché ricercare la bellezza, la cura dei dettagli, l’attenzione a ciascuno, a chi è più fragile. Ecco perché, insieme con i nostri sacerdoti e con un gruppo di persone amiche, è germogliato il desiderio di operare, concretamente, perché il piccolo “parco giochi” dell’oratorio di Gavirate potesse essere sempre più un luogo d’aiuto all’inizio del cammino.
Ci sono state riunioni e riflessioni, è stato chiesto l’aiuto di professionisti e persone competenti che si sono messe a disposizione con entusiasmo e generosità, si è costruito un progetto. Ed è stato rinnovato il “sì” che da anni ci muove, nella memoria presente e operativa di Andrea.
I lavori ora sono cominciati e presto ne vedremo i frutti, che saranno offerti a tutti con semplicità.
Il “parco giochi”, porzione di una realtà educativa molto più grande e articolata, avrà una caratteristica che gli esperti riassumono in un aggettivo: sarà “inclusivo”, privo cioè di ostacoli, perché i bambini con disabilità motorie, cognitive o sensoriali possano accedervi senza difficoltà per giocare insieme con i propri coetanei.
L’associazione Con Andrea ha aderito e sosterrà l’opera. Non solo economicamente.
E’ l’esperienza semplice e totalizzante di un sì che si rinnova ogni volta di fronte a persone, circostanze, bisogni.
Il sì di Andrea Fazzini al Destino che, a soli 18 anni, tutto gli ha chiesto dopo una breve malattia.
Il sì dei suoi genitori, del fratello, dei parenti e di tanti amici il cui coinvolgimento è determinante non solo nella raccolta di risorse da tradurre in aiuti, ma in una sempre più radicata consapevolezza di quale è il compito affidato a ciascuno.
Il “parco giochi” per l’oratorio è l’ultima occasione incontrata. Non l’unica, in queste settimane.
Rispondendo all’invito di don Andrea e di alcuni ragazzi l’associazione ha stretto la mano di Matteo, detenuto per reati gravissimi in un carcere milanese e che lavora per dare un senso e una prospettiva di speranza alla propria detenzione e a quella dei reclusi che vivono acanto a lui. Un’idea, una provocazione, un volto, una storia drammatica, l’esperienza della misericordia: nessuno oggi è in grado di dire che cosa scaturirà da tutto questo. Ma è già un bene presente, embrionale eppure grande.
E ancora l’opera avviata in occasione del prossimo Natale per sostenere la missione di suor Raffaella, originaria di Besozzo, e delle sue consorelle Comboniane in Ciad, perché possa essere sviluppato il centro per bambini con gravi forme di malnutrizione collegato all’ospedale St. Joseph, fondato dal vescovo della diocesi di Doba a Bebedja.
Suor Raffaella è testimone della grandezza dell’opera di carità che la Chiesa ha reso possibile, ma anche dell’immenso bisogno che quotidianamente deve essere affrontato in una zona popolata da quasi 167mila persone.
L’ospedale dispone di 128 letti e servizi di pediatria, maternità, medicina e chirurgia.
Grazie ad alcuni amici di Gavirate e dei paesi vicini abbiamo conosciuto suor Raffaella e abbiamo raccolto la provocazione che la sua vita ha offerto alla nostra.
Non diversa era stata, nella scorsa Quaresima, la modalità con cui, aderendo alla proposta del Gruppo missionario della Comunità pastorale, era stata sostenuta la preziosa opera di padre Poho Esmone Patrice tra le famiglie a lui affidate in Costa D’Avorio e al progetto per la produzione e la distribuzione del pane nei villaggi della missione.
Nessun protagonismo, nessuna ricerca “a tavolino” di problemi da risolvere. Ma tanti incontri e una gratitudine infinita per le persone che ci accompagnano accogliendo a loro volta il nostro invito e le iniziative proposte.
Da quando ha avuto inizio questo cammino, attraverso la presenza misteriosa e definitiva di Andrea nelle nostre vite, abbiamo cercato di rispondere con semplicità al bisogno incontrato, nelle diverse forme con cui di volta in volta si è manifestato, e di seguire i testimoni della fede e della passione per l’uomo che il Signore ha posto lungo la strada preparata per noi.
Piccoli gesti, segni di una unità più grande, alla quale siamo lieti di potere ripetere “sì” e che hanno segnato, giorno dopo giorno, la storia dell’associazione Con Andrea, il sostegno a opere di carità, di assistenza sanitaria e di educazione rivolte in particolare ai giovani.
Con Andrea, cioè nella certezza della sua presenza misteriosa e definitiva tra quanti lo hanno incontrato e conosciuto, l’associazione ha destinato i primi contributi a favore della clinica di Ematologia dell’ospedale San Matteo di Pavia, dove è stata allestita anche una biblioteca a disposizione dei pazienti ricoverati, e dell’unità operativa di Oncologia dell’ospedale di Circolo di Varese, i luoghi dove Andrea è stato curato e accompagnato nei mesi della malattia.
Da allora, ogni appello a cui si è tentato e si tenterà di dare risposta è originato dall’incontro, spesso inatteso, con persone che testimoniano con verità e chiarezza che è possibile condividere, qui e ora, un cammino di speranza verso il vero orizzonte della vita, che è l’Eternità.
E’ il dono che Andrea ci ha consegnato prima di abbracciare il Destino che era stato preparato per lui. Quella preghiera scritta sul foglio a quadretti: “Chiederti qualcosa per me sarebbe ovvio, scontato ma soprattutto egoistico. Quindi io ti prego principalmente per la mia famiglia, che superi indenne questo momento difficile. In particolare ti ringrazio per avermi dato delle persone così speciali accanto, che mi danno una grande spinta. Poi, se ti resta un po’ di tempo per gettare un’occhiata anche a me te ne sarò ancora più grato. Comunque sia fatta la tua volontà, non la mia”.
Se non fosse ragionevole, questa sovrabbondanza d’amore che vince la disperazione, sarebbe pura follia. Un’esperienza, nella fede e nella speranza a cui siano stati educati, che non cancella il dolore, non lo rimuove. Ma lo trasforma, rendendolo fecondo.
Con Andrea